Verso un nuovo ciclo di tassi negativi?
Dopo il recente e significativo taglio dei tassi di interesse da parte della Banca nazionale svizzera (BNS), ci si interroga sul futuro della politica monetaria.
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La decisione della scorsa settimana della Banca nazionale svizzera (BNS) ha sorpreso molti osservatori. Il consenso degli analisti prevedeva un taglio di 0,25 punti percentuali, ma la BNS ha deciso di ridurre i tassi di interesse di ben 0,5 punti percentuali. Perché questa mossa?
La politica monetaria della BNS si basa su un principio chiaro: le decisioni sui tassi di interesse dipendono direttamente dalle previsioni di inflazione. L'ultima previsione per il 2025 è risultata ancora più bassa rispetto a quella di settembre, anche assumendo un tasso d'interesse di riferimento significativamente ridotto. In questo contesto, il taglio più marcato dei tassi appare coerente con l'approccio della BNS.
Le cause principali della revisione al ribasso delle aspettative di inflazione includono la riduzione dei prezzi dell'elettricità, il rafforzamento del franco svizzero e il calo degli affitti. Concentrandosi strettamente sulle previsioni di inflazione, rimane aperta la possibilità di ulteriori riduzioni dei tassi di interesse.
Il mercato si aspetta che la Banca nazionale svizzera abbassi nuovamente il tasso di interesse di riferimento a zero in tempi brevi (vedi grafico). Questo potrebbe riportare al centro del dibattito anche i tassi di interesse negativi. Tuttavia, è improbabile che i tassi di riferimento tornino a scendere sotto lo zero così rapidamente. La situazione attuale, infatti, non è paragonabile a quella di dieci anni fa, quando il tasso di riferimento fu ridotto a -0,75 percento. A differenza di oggi, all’epoca la Banca centrale europea (BCE) aveva anticipato la Banca nazionale svizzera.
In altre parole, non esisteva più un differenziale dei tassi di interesse tra l’Eurozona e la Svizzera, e la Banca nazionale svizzera non ebbe altra scelta che portare i tassi al di sotto dello zero. Oggi, invece, il differenziale dei tassi tra l’Eurozona e la Svizzera è di 2,5 punti percentuali, poiché il tasso di riferimento nell’Eurozona è ancora significativamente più alto rispetto a quello svizzero. Secondo le aspettative del mercato, il tasso di riferimento della BCE dovrebbe stabilizzarsi tra l’1,5 e il 2 percento. Di conseguenza, è probabile che il differenziale dei tassi con la Svizzera rimanga positivo anche in futuro. Ciò contribuirà a ridurre leggermente la pressione al rialzo sul franco svizzero.
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Le aziende europee guardano con più ottimismo al futuro
A novembre, le vendite al dettaglio negli USA hanno registrato un aumento solido, sostenuto da una crescita degli acquisti di automobili e da un forte incremento dello shopping online. Il fatturato è aumentato dello 0,7 percento rispetto al mese precedente. D’altro canto, la produzione industriale ha registrato un calo inatteso: rispetto al mese precedente, è diminuita dello 0,1 percento, contro una crescita attesa dello 0,3 percento. Tuttavia, escludendo la debolezza dei settori minerario e delle utility, l’industria ha mostrato un lieve aumento dello 0,2 percento.
Commercio al dettaglio negli USA in crescita
Le vendite al dettaglio negli USA hanno continuato a crescere solidamente a novembre, grazie a un aumento degli acquisti di automobili e a un forte dinamismo dello shopping online. Il fatturato è cresciuto dello 0,7 percento rispetto al mese precedente. Tuttavia, la produzione industriale ha sorpreso negativamente, con un calo dello 0,1 percento rispetto al mese precedente, mentre le previsioni indicavano un aumento dello 0,3 percento. Al netto della debolezza nei settori minerario e delle utility, la produzione industriale ha comunque mostrato un leggero aumento dello 0,2 percento.
La crescita della Cina supera le aspettative
A novembre, la produzione industriale cinese ha registrato una crescita superiore alle attese, con un aumento del 5,4 percento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo dato suggerisce che uno dei principali settori economici del Paese si sta riprendendo con maggiore vigore. Tuttavia, altri comparti dell’economia cinese hanno deluso: le vendite al dettaglio, un indicatore chiave della spesa dei consumatori, sono cresciute di solo il 3 percento rispetto all’anno precedente. Per confronto, in ottobre la crescita annuale era stata del 4,8 percento.