Investimenti

Tassi: BCE non delude le aspettative dei mercati

Nel mese di maggio, la propensione al rischio sui mercati azionari è nuovamente aumentata. Le speranze circa i tassi di interesse, il ridimensionamento dei rischi geopolitici e il boom dell’intelligenza artificiale hanno alimentato il rialzo. Un’analisi di Christoph Sax, Chief Investment Officer di VZ.

Christoph Sax
Chief Investment Officer di VZ
Pubblicato in data
06 Giugno 2024

A maggio, l’atmosfera sui mercati finanziari si è notevolmente rasserenata. I rischi geopolitici sono passati in parte in secondo piano. Il prezzo del petrolio ha perso nuovamente terreno. I beni rifugio sono stati meno richiesti. E infine: la Banca centrale europea (BCE) ha ridotto il tasso di interesse sui depositi dal 4,00 al 3,75 percento.

Anche negli USA, gli ultimi dati economici hanno rafforzato la convinzione di un calo continuo dell’inflazione nel medio termine. Gli investimenti sensibili ai tassi di interesse sono quindi riusciti a guadagnare su tutta la linea. Il rendimento dei titoli di Stato USA a 10 anni è sceso dal 4,69 al 4,51 percento. I mercati azionari hanno raggiunto in alcuni casi nuovi massimi storici. Negli USA, l’indice Dow Jones ha superato per la prima volta la soglia dei 40’000 punti. Tuttavia, non è riuscito ad affermarsi al disopra di questo livello in modo duraturo. 

Positivo anche il fatto che lo SMI sia riuscito a ottenere notevoli profitti dopo un temporaneo periodo di debolezza. La ripresa dei corsi del peso massimo Roche ha favorito il movimento di recupero. Sono richiesti anche Richemont, UBS e ABB.

La prossima rivoluzione industriale

Negli USA, i titoli tecnologici, dopo un breve periodo di debolezza, hanno nuovamente superato il mercato complessivo. Ciò è dovuto, in parte, al produttore di chip Nvidia, che ha superato le aspettative con i dati relativi al primo trimestre del 2024: di fatto, le sue vendite di chip per data center sono quintuplicate rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno mentre gli utili sono addirittura aumentati di sette volte. Queste cifre lo dimostrano: l’intelligenza artificiale (AI) è diventata da tempo un business da miliardi di dollari. Le grandi aziende tecnologiche vi stanno contribuendo in modo significativo, soprattutto Microsoft e Meta, investendo parecchio nello specifico settore. Il CEO e fondatore di Nvidia, Jensen Huang, vede l’economia nel mezzo di una imminente rivoluzione industriale. L’intelligenza artificiale (AI) porterebbe significativi aumenti di produttività in quasi tutti i settori.

Decisioni pionieristiche delle banche centrali

Il mese di giugno è caratterizzato dalle decisioni delle banche centrali. La Banca Centrale Europea (BCE) ha appena ridotto, per la prima volta in cinque anni, i tassi di interesse – seppure in misura contenuta. Il capo della BCE Christine Lagarde ha indicato più volte nelle ultime settimane che l’obiettivo soglia del 2 percento era realistico. In seguito al più recente aumento dell’inflazione, è probabile che la Banca nazionale svizzera (BNS) attenda fino all’autunno prima operare un nuovo taglio del tasso di riferimento.

Nell’Eurozona, invece, si prevede che il 6 giugno la . La Fed rimane il principale punto interrogativo: il tasso d’inflazione negli USA si aggira da diversi mesi intorno al 3,5 percento. I membri del Federal Open Market Committee hanno quindi deciso, in occasione dell’ultima decisione sui tassi di interesse di inizio maggio, che l’allentamento monetario non è ancora indicato. Tuttavia, è ancora probabile che la Fed riduca il tasso di interesse di riferimento almeno una volta nella seconda metà dell’anno.

Anche negli USA l’inflazione ha perso gran parte della sua portata. Per la maggior parte delle categorie di beni e servizi, è rientrata ai livelli canonici. Anche la pressione salariale si è attenuata. È quindi molto probabile che i tassi d’interesse abbiano raggiunto il massimo anche nell’area del dollaro. Inoltre, la Federal Reserve statunitense rallenterà la riduzione del proprio bilancio già nel corso di questo mese. Pertanto, reinvestirà una quota maggiore dei rimborsi dei titoli di Stato statunitensi in scadenza.

Di conseguenza, i tassi d’interesse in dollari a lungo termine potrebbero scendere. Se la Fed dovesse anche prospettare un primo taglio dei tassi d’interesse nel prossimo futuro, le prospettive per le obbligazioni in dollari migliorerebbero ulteriormente.