Investimenti

Taglio dei tassi negli USA: quali conclusioni si possono trarre?

La Federal Reserve statunitense ha tagliato i tassi d'interesse più del previsto. Ma cosa implica questa svolta per l'economia e i mercati azionari? La valutazione di Christoph Sax, Chief Investment Officer di VZ.

Christoph Sax
Chief Investment Officer di VZ
Pubblicato in data
26 Settembre 2024

La scorsa settimana, la Federal Reserve (Fed) ha effettuato il tanto atteso taglio dei tassi d’interesse, ma non del consueto 0,25 percento, bensì del doppio. Inizialmente questa mossa ha generato incertezza sui mercati finanziari, poiché si temeva che potesse essere un’ammissione di un intervento tardivo da parte della Fed, con un deterioramento dell’economia più rapido del previsto. Le reazioni non si sono fatte attendere: il dollaro ha subito una breve flessione, seguita da un calo dei rendimenti dei titoli di Stato a dieci anni e da un ribasso dei listini azionari.

Tuttavia, dopo le prime dichiarazioni del Presidente della Fed, Jerome Powell, ha prevalso la convinzione che la Fed non avesse agito in ritardo, bensì in modo proattivo, e che l'economia statunitense fosse ancora solida. Di conseguenza, i mercati finanziari, che inizialmente avevano reagito negativamente, hanno ripreso slancio. Anche il prezzo del Bitcoin è aumentato, un segnale importante del crescente appetito per il rischio da parte degli investitori. 

La Fed ha inoltre segnalato che l'inflazione è sempre più sotto controllo. Le aspettative di inflazione, sia degli operatori dei mercati finanziari che dei membri della Fed, sono calate in modo significativo negli ultimi mesi. Entrambi i gruppi prevedono ora un’inflazione più forte rispetto alle stime di tre mesi fa. 

Questo scenario si riflette anche nelle aspettative sui tassi d’interesse di riferimento. I mercati dei futures sui tassi ipotizzano un calo significativo del tasso di riferimento entro la fine del 2026, fino ad assestarsi intorno al 3 percento (vedi grafico). I membri del comitato monetario della Fed (Federal Open Market Committee, FOMC) sono altrettanto fiduciosi, prevedendo un tasso d'interesse di riferimento al 4,625 percento entro la fine dell'anno. Ciò implica due ulteriori rialzi di 0,25 punti percentuali ciascuno entro dicembre. A lungo termine, il Comitato stima che il tasso di riferimento si stabilizzerà intorno al 3 percento. 

Questo livello è significativo, in quanto corrisponde a un tasso “neutrale”, ossia a una politica monetaria né restrittiva né espansiva. In termini pratici, significa che probabilmente i tassi non dovranno essere ridotti a livelli più bassi per stimolare l’economia. Sia i mercati che la Fed sembrano scommettere su uno scenario ottimale: inflazione sotto controllo, ma con un rallentamento economico tale da non richiedere un ulteriore stimolo monetario.

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