Le crisi politiche in Europa si ripercuotono sull’economia
Dopo le elezioni negli USA, le imprese americane guardano al futuro con molta più fiducia rispetto a quelle europee. Quali sono i motivi? La valutazione di Christoph Sax, Chief Investment Officer di VZ.
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Il divario tra l’economia statunitense e quella europea si sta ampliando. Lo dimostrano i dati più recenti degli gli ultimi dati degli indici dei responsabili degli acquisti (PMI).
Si tratta di una tendenza particolarmente pronunciata tra i fornitori di servizi, che rappresentano la maggior parte della produzione economica: mentre il rispettivo PMI è aumentato negli USA dopo le elezioni presidenziali, nell’Eurozona ha registrato un leggero calo (grafico).
Francia e Germania hanno contribuito in modo significativo a questo andamento negativo, non da ultimo a causa delle controversie politiche interne: in Germania, la coalizione di governo è crollata e la Francia è politicamente paralizzata a causa della disputa in corso sul bilancio. Questo ha senz’altro un impatto negativo sull’attività legata agli investimenti. Si fatica ad ipotizzare un governo di coalizione con una maggioranza – pertanto la Francia non può più svolgere il suo ruolo di guida nell’UE in modo adeguato.
Il calo dell’inflazione però funge da sostegno – seppure il rispettivo tasso è di recente nuovamente salito dal 2 al 2,3 percento. Tuttavia, ciò è dovuto in gran parte ai cosiddetti effetti base. Nel novembre 2023, mese di riferimento, i prezzi dell’energia sono scesi bruscamente. Il confronto tra l’attuale livello dei prezzi e quello del mese scorso evidenzia un calo dello 0,3 percento.
È quindi probabile che la Banca centrale europea (BCE) abbia preso atto con imperturbabilità degli ultimi dati sull’inflazione e si atterrà pertanto al percorso iniziato circa il taglio dei tassi. Si può quindi ancora ipotizzare che la BCE taglierà nuovamente i tassi di interesse la prossima settimana di almeno un quarto di punto percentuale – senza tuttavia ecsludere un taglio più consistente, pari a 0,5 punti percentuali.
Altre notizie dal mondo dell’economia
La pressione inflazionistica in Svizzera resta modesta
A novembre, per la prima volta da aprile, l’inflazione su base annua in Svizzera è aumentata leggermente a seguito dell’effetto base. Secondo l’Ufficio federale di statistica (UST), è passata dallo 0,6 allo 0,7 percento. Rispetto al mese scorso i prezzi sono però diminuiti dello 0,1 percento. La pressione inflazionistica in Svizzera resta pertanto modesta.
Disoccupazione nell’Eurozona ai minimi storici
Come previsto e secondo quanto comunicato dall’ufficio statistico dell’Eurostat, in ottobre il tasso di disoccupazione armonizzato nell’Eurozona ha continuato a registrare il minimo storico, 6,3 percento. Tuttavia, ci sono notevoli differenze nella disoccupazione nei diversi paesi dell’Eurozona: il tasso di disoccupazione resta particolarmente alto in Spagna (11,2 percento) e in Grecia (9,8 percento) mentre la Germania presenta uno dei tassi più bassi in assoluto (3,4 percento).
Il clima degli affari in Germania migliora
Secondo gli economisti, a novembre l’indice ifo è passato da meno 25,2 a meno 22,1 punti.
Si tratta del secondo aumento consecutivo. In particolare, i rivenditori al dettaglio valutano l’attuale situazione migliore rispetto al mese precedente. Nonostante il perdurare di condizioni difficili, i rivenditori sono un po’ più ottimisti circa gli affari legati alla ricorrenza natalizia.
Migliora l’umore nell’industria USA
A novembre, l’attività dell’industria USA si è indebolita meno del previsto. L’indice dei responsabili degli acquisti per il settore manifatturiero, calcolato dall'Institute for Supply Management (ISM), è salito di 1,9 punti a 48,4, mentre ci si aspettava solo un aumento a 47,5. Sebbene il barometro del sentiment resti inferiore alla soglia di 50, si sta chiaramente avvicinando alla zona di crescita: l’importante sottoindice dei nuovi ordini è salito di 3,3 punti a 50,4 punti e il sottoindice dell'occupazione è salito a 48,1 punti (mese scorso: 44,4).