Investimenti

Costi degli ETF

Gli ETF sono generalmente più convenienti dei fondi d'investimento attivi. Le differenze di costo si notano chiaramente nel lungo periodo grazie all'effetto dell’interesse composto.

Christian Tavasci
Esperto in investimenti

Le commissioni sugli ETF possono essere suddivise in costi una tantum e spese correnti. I costi una tantum vengono sostenuti al momento dell'acquisto e della vendita di un ETF, mentre le spese correnti ricorrono e incidono ogni anno sul fondo e/o sulle attività patrimoniali riducendo il rendimento dell'ETF. Il livello delle spese correnti ha un forte impatto sul rendimento.

Al momento della compravendita di un ETF vengono addebitate all’investitore diverse spese e commissioni: una commissione di intermediazione (courtage) dalla banca depositaria, una tassa di negoziazione dallo Stato e i diritti di borsa dalla borsa valori. Inoltre, quando si negozia entra in gioco anche il fattore spread. Per ridurre al minimo lo spread, gli investitori dovrebbero possibilmente acquistare o vendere un ETF nel momento della giornata in cui vengono negoziati anche i titoli annoverati nell'ETF. Un investitore svizzero preferisce acquistare o vendere un ETF su un indice azionario statunitense negoziato sulla SIX Swiss Exchange nel pomeriggio, quando il mercato azionario statunitense è aperto.

A differenza di molti fondi d'investimento classici, quando si negoziano ETF non sono dovute commissioni di emissione e/o di riscatto.

Il TER tiene traccia delle spese correnti

Come i fondi d'investimento tradizionali, anche gli ETF sono soggetti a commissioni di gestione ricorrenti con cadenza annuale. Il TER (Total Expense Ratio) fornisce un'indicazione dei costi annuali. Oltre alle commissioni di gestione, il TER include anche i costi per la pubblicità e la distribuzione del prodotto. Non include, ad esempio, i costi di transazione in seno all'ETF.

Scheda informativa

Risparmiare e investire in ETF

Questa scheda informativa illustra i vantaggi degli ETF rispetto ai fondi di investimento tradizionali.

Le spese correnti includono anche le spese di deposito applicate dalla banca depositaria. L'emittente di ETF ha la possibilità di produrre un reddito supplementare, ad esempio attraverso il prestito titoli. Può utilizzare questo reddito, ad esempio, per ridurre il TER. Le informazioni sul TER o sulla commissione di gestione si trovano nel rapporto mensile dell'ETF.

Importanza dell'effetto dell’interesse composto negli investimenti a lungo termine

A differenza dei fondi attivi, gli ETF non richiedono un elaborato processo di analisi e selezione e pertanto sono solitamente molto più convenienti. Le loro commissioni di gestione annuali si aggirano in genere intorno allo 0,2 percento del volume di investimento, mentre i fondi attivi hanno spesso commissioni di gestione comprese tra l'1,0 e l'1,5 percento all'anno. L'effetto di interesse composto porta a un rendimento netto significativamente più elevato dell'investimento passivo nel lungo termine, a parità di rendimento lordo.

Un esempio: un investitore investe 100'000 franchi svizzeri in un ETF e in un fondo attivo. Entrambi gli investimenti ottengono un rendimento lordo del 5 percento all'anno, l'ETF costa lo 0,2 percento, il fondo attivo l'1,2 percento all'anno. Dopo cinque anni, l'ETF ha fruttato all'investitore 5917 franchi in più rispetto al fondo attivo, dopo 20 anni 44'566 franchi in più.

Performance di 100'000 franchi a seconda dei costi e del periodo di investimento, con un rendimento annuo lordo del 5 percento.

Il livello dei costi degli ETF dipende dal fornitore e dalla classe di attività. Gli ETF su indici azionari sono generalmente più costosi di quelli su indici obbligazionari. Negli ultimi anni la concorrenza tra i fornitori ha portato a un calo delle commissioni di gestione di molti prodotti.

La differenza tra rendimento dell'indice e rendimento dell'ETF è decisiva

Per gli investitori privati è difficile tracciare una panoramica completa delle varie componenti di costo e rendimento degli ETF, il che non è comunque necessario. Ciò che conta per loro è la cosiddetta tracking difference, ossia la differenza tra il rendimento dell'indice e il rendimento dell'ETF. Questa differenza include tutti i costi.

Gli investitori non dovrebbero quindi scegliere un ETF sulla base del TER, ma sulla base di un confronto dei rendimenti. Dal confronto dei rendimenti di due ETF sullo stesso indice e dopo aver dedotto tutti i costi e considerato tutti i profitti, si possono estrapolare le cifre nette.