Come evolveranno i tassi d’interesse?
Dopo i rialzi dei tassi d’interesse degli ultimi due anni, molti investitori e proprietari immobiliari si chiedono come evolverà la situazione nei prossimi mesi. Christoph Sax, Chief Investment Officer presso VZ, analizza le aspettative sui tassi per la Svizzera, l’Europa e gli Stati Uniti.
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La Federal Reserve (Fed) statunitense, la Banca centrale europea (BCE) e la Banca d’Inghilterra hanno lasciato i tassi d’interesse invariati – anche se nelle ultime settimane sono aumentate le aspettative che almeno la BCE procederà a breve al suo primo taglio.
Tuttavia, la Banca nazionale svizzera (BNS), che nel mese di marzo ha ancora leggermente allentato la sua politica monetaria, ha fatto da apripista. Di conseguenza, il tasso Saron è sceso di un quarto di punto percentuale.
Sebbene l’inflazione sia notevolmente diminuita in tutte le principali regioni economiche in seguito a una serie di valori massimi, non è scesa nella stessa misura ovunque. In Svizzera, l’inflazione è rientrata già da qualche tempo nel range target del 2 percento fissato dalla banca centrale. Negli USA, invece, l’inflazione ha recentemente ripreso a salire in misura lieve. Questo sviluppo potrebbe impedire alla Federal Reserve statunitense di abbassare i tassi d’interesse nel breve periodo.
L’aspettativa del mercato secondo cui l’inflazione e quindi i tassi di riferimento continueranno a scendere si riflette anche nei futures sui tassi d’interesse, i quali riflettono le aspettative del mercato sui tassi di riferimento (cfr. grafico).
Ma questa aspettativa è in linea con le prospettive delle banche centrali: cosa accadrà nel 2024? Quanto si stanno sbilanciando i banchieri centrali? È già possibile anticipare che il messaggio dei presidenti delle banche centrali non è più così chiaro come all’inizio dell’anno.
Federal Reserve statunitense (Fed)
Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha lasciato intendere che la Fed ritiene ancora realistici i tagli dei tassi per quest’anno – anche se con un certo ritardo rispetto alle previsioni iniziali.
L’inflazione è fondamentalmente sulla buona strada verso l’obiettivo della banca centrale del 2 percento, anche se nel frattempo i prezzi sono di nuovo leggermente aumentati. Ma il mercato non si attiene più alle previsioni iniziali. Invece di cinque tagli entro la fine dell’anno, attualmente si prevede solo un ribasso. Si prevedono altri due tagli dei tassi nel prossimo anno.
Banca centrale europea (BCE)
La presidente della BCE, Christine Lagarde, è molto più ottimista. Ultimamente si è dimostrata fiduciosa in un prossimo taglio dei tassi. Continua però a non esprimersi a chiare lettere su quando esattamente avverrà la prima «sforbiciata». Diversi membri del Consiglio direttivo della BCE hanno segnalato che ciò potrebbe avvenire già a giugno, mese in cui verrà presa la prossima decisione sui tassi d’interesse. Anche il mercato condivide questa visione: ha messo in conto non solo un taglio dei tassi a giugno, ma tre entro la fine dell’anno.
Banca nazionale svizzera (BNS)
Il presidente della BNS, Thomas Jordan, ha sorpreso quasi tutti gli operatori di mercato a marzo, quando ha abbassato il tasso d’interesse di riferimento dall’1,75 all’1,50 percento. Il motivo risiede nel fatto che la BNS basa sempre sulle previsioni inflazionistiche le decisioni relative ai tassi. La BNS scorge un significativo allentamento in questo senso rispetto agli ultimi due anni. Presume che il tasso d’inflazione si attesterà all’1,4 percento entro la fine dell’anno.
La previsione per il 2025 è stata rivista al ribasso dall’1,6 all’1,2 percento. Recentemente l’inflazione è scesa addirittura all’1 percento – e questo contrariamente alle aspettative, dato che gli affitti, le tariffe elettriche e l’IVA sono recentemente aumentati in molte località.