Ipoteche

Ipoteca inversa: di cosa si tratta?

L’ipoteca inversa è la soluzione giusta per pensionati il cui capitale è prevalentemente vincolato all’abitazione di proprietà – quindi non disponibile in forma liquida. Con l’ipoteca inversa, essi possono migliorare il loro reddito senza con ciò dover vendere la loro abitazione.

Esperto in pensionamento
Claudio Costi
Esperto in ipoteche

A chi si addice un’ipoteca inversa?

Spesso, i proprietari di case hanno risparmiato tutta la vita per comprarsi un’abitazione di proprietà e intendono vivere il più a lungo possibile tra le proprie quattro mura domestiche. Per contenere i costi abitativi una volta in pensione, molti scelgono di ripagare una quota importante della propria ipoteca. Così facendo, il denaro è vincolato all’immobile e può venire a mancare in vecchiaia, quando le entrate della rendita si assottigliano.  

Spesso le banche rifiutano di aumentare l’ipoteca in età di pensionamento. Il motivo: dato che con il pensionamento, di norma, le entrate diminuiscono considerevolmente, un’ipoteca più elevata non sarebbe sostenibile. Anche senza aumento dell’ipoteca, molti proprietari di abitazione non sono più in grado, dopo il pensionamento, di soddisfare i criteri di sostenibilità. Può perciò accadere che le banche esigano un ammortamento una tantum di importo maggiore, oppure che non siano più disposte a prolungare l’ipoteca alla scadenza. 

Con un’ipoteca inversa i proprietari di abitazione possono ampliare il loro margine d’azione finanziario ed evitare la vendita forzata dell’immobile. L’ipoteca inversa è quindi la soluzione ideale per pensionati che hanno rimborsato la maggior parte del valore della loro abitazione. Con questo strumento, infatti, essi percepiscono un capitale aggiuntivo con cui poter coprire il costo della vita.

Segua l’andamento dei tassi e del mercato ipotecario e riceva preziosi consigli per la sua strategia:

Come funziona l’ipoteca inversa?

Ecco come funziona l’ipoteca inversa (dall’inglese «Reverse Mortgage»): al contrario di quanto avviene con un normale finanziamento di un immobile, il proprietario dell’abitazione non rimborsa il credito, bensì riceve denaro su una parte del valore dell’immobile. L’ipoteca viene aumentata fino a un massimo del 50 percento del valore venale dell’immobile e per l’intero importo del credito viene costituita un’ipoteca a tasso fisso con una durata di norma tra i 10 e i 15 anni. 

Sul capitale che si rende disponibile con l’aumento dell’ipoteca devono essere pagati in anticipo gli interessi per l’intera durata dell’ipoteca. L’importo restante è a libera disposizione e può ad esempio essere usato per migliorare a lungo termine il proprio reddito o per fare piccoli investimenti nell’abitazione.

Quali requisiti devono essere soddisfatti per stipulare un’ipoteca inversa?

L’ipoteca inversa viene concessa su case o appartamenti in ottime condizioni, con un valore venale di almeno 1 milione di franchi. L’ipoteca in corso dovrebbe essere sufficientemente bassa, in modo che dopo l’aumento – di norma per un massimo del 50 percento del valore dell’immobile – e la detrazione degli interessi per l’intera durata dell’ipoteca fissa rimanga abbastanza denaro di cui disporre liberamente.

Scheda informativa

Ipoteca inversa: per una casa sostenibile fino a tarda età

Con l’aiuto dell’ipoteca inversa si può evitare la vendita forzata della propria casa: la scheda informativa le indica come. 

L’importante è che l’immobile sia in buono stato, in modo che alla scadenza dell’ipoteca a tasso fisso sia facilmente rivendibile. Non deve essere oggetto di imminenti ristrutturazioni o risanamenti importanti. Il titolare dell’ipoteca dovrebbe avere almeno 65 anni di età. Le ipoteche inverse hanno solitamente una scadenza di 10 o 15 anni, in modo che i pensionati possano rimanere a casa propria approssimativamente fino all’80° anno di età.

Alla scadenza dell’ipoteca a tasso fisso è necessario vendere la casa?

Alla scadenza dell’ipoteca a tasso fisso, se richiesto, è possibile valutare se sussistono i presupposti per una prosecuzione. In caso affermativo, il finanziamento può essere rinnovato. Di norma, però, a quel punto i proprietari hanno più di 80 anni e nella maggior parte dei casi, proprio per motivi di età, desiderano vendere la casa o cederla a uno dei figli.

Cosa ne è dell’ipoteca inversa se un coniuge muore?

Per le coppie sposate è particolarmente importante che il coniuge superstite possa ancora permettersi la casa. L’ipoteca inversa garantisce al coniuge superstite la possibilità di continuare a vivere a casa propria. Da un lato, infatti, gli interessi ipotecari per l’intera durata dell’ipoteca sono già stati pagati in anticipo. Dall’altra, con il capitale percepito dall’ipoteca inversa, il coniuge superstite può coprire le lacune reddituali che possono insorgere alla morte dell’altro.

Se anche il secondo coniuge muore prima della scadenza dell’ipoteca inversa, l’ipoteca viene trasferita agli eredi. Se questi decidono di vendere la casa prima della scadenza dell’ipoteca, l’ipoteca a tasso fisso viene disdetta anticipatamente. L’indennizzo per scadenza anticipata è a favore o a carico degli eredi, a seconda dell’andamento dei tassi d’interesse. 

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