Come evitare la trappola della ridistribuzione
L’idea alla base del 2° pilastro è quella di consentire ad ogni affiliato di costituire un capitale da destinare alle prestazioni di vecchiaia. Da anni però le casse pensioni ridistribuiscono il denaro per riuscire a finanziare rendite e interessi troppo elevati. Integrare alla previdenza di base una previdenza complementare può rappresentare un rimedio.
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Mentre, dal 1985, la speranza di vita di un 65enne è aumentata di circa il 40 percento, l’aliquota di conversione prevista per legge è stata ridotta solo del 5 percento, nello specifico dal 7,2 al 6,8 percento. Pertanto, per riuscire a finanziare le rendite promesse, le casse pensioni sono costrette a operare una ridistribuzione dei fondi sempre più ingente.
Di norma, la ridistribuzione avviene remunerando maggiormente gli averi di vecchiaia dei pensionati rispetto a quelli degli assicurati attivi. Per riuscire a finanziare le prestazioni obbligatorie si fa persino ricorso ai proventi degli investimenti della quota assicurata in regime sovraobbligatorio. Tale ridistribuzione è una contraddizione in termini del concetto di previdenza.
Uno studio VZ rileva la reale entità della ridistribuzione e la sua evoluzione: nel 2008 sono stati ridistribuiti circa 4,8 miliardi di franchi mentre appena dieci anni dopo, nel 2018, circa 7,2 milioni di franchi.
I più colpiti dalla ridistribuzione sono i dirigenti poiché in genere accumulano un patrimonio consistente in cassa pensioni, specie nella quota assicurata in regime sovraobbligatorio. Le imprese più sensibili al problema, che vogliono proteggere i loro dipendenti dalla ridistribuzione, possono trovare un rimedio con VZ Fondazione collettiva. Questo istituto previdenziale integra alla previdenza di base della cassa pensioni una previdenza complementare. La ridistribuzione dei proventi è esclusa, perché VZ Fondazione collettiva offre solo soluzioni per il regime sovraobbligatorio. I premi di rischio di VZ Fondazione collettiva inoltre sono più bassi delle altre fondazioni.
Gli affiliati a VZ Fondazione collettiva possono scelgono autonomamente la strategia d’investimento per la quota di salario che supera i 132’300 franchi annui. Nell’ambito di un piano 1e, possono aumentare la loro quota azionaria fino all’85 percento. L’intero ricavo netto di tali investimenti viene accreditato all’avere personale dell’assicurato. Ciò garantisce anche condizioni chiare quando si va in pensione o si cambia lavoro. La previdenza complementare versa a ciascun assicurato l’intero importo che ha versato fino a quel momento unitamente al rendimento ottenuto con la strategia d’investimento adottata. In contropartita, gli assicurati rinunciano a interessi garantiti.
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La ripartizione in più "salvadanai" previdenziali crea inoltre del margine per prelievi a più riprese – il che ha un effetto riduttivo sulle imposte. Infatti, se si riscuotono gli averi della previdenza di base e della previdenza complementare in anni fiscali separati, si riesce in genere a frenare gli effetti della progressione fiscale. Per chi invece decide di riscuotere l’intero avere del secondo pilastro in una volta sola, la progressione fiscale aumenta bruscamente nell’anno di riscossione.
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