Indennità di uscita
Alcuni datori di lavoro arginano le conseguenze finanziarie di un pensionamento anticipato involontario versando un’indennità di uscita.
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I dipendenti possono avvalersi di questa buonuscita versata a titolo di indennità che permette di colmare eventuali lacune previdenziali o può fungere da capitale di partenza per intraprendere un'attività lucrativa indipendente.
Legga regolarmente i nostri consigli su AVS, cassa pensioni e 3° pilastro:
Lo Stato tassa tali indennità di natura previdenziale con approccio molto più indulgente rispetto alle indennità atte a compensare future perdite di salario che quindi rappresentano un reddito sostitutivo.
La Confederazione e la maggior parte dei cantoni riconoscono la natura previdenziale di tali indennità se il soggetto prepensionato ha almeno 55 anni e interrompe definitivamente la sua principale attività lucrativa e se si viene quindi a creare una lacuna previdenziale imputabile al prepensionamento.
Esempio: un direttore aziendale di 58 anni viene collocato anticipatamente in pensione a seguito di una riorganizzazione e riceve il triplo del salario annuo a titolo di indennità per un totale di 500'000 franchi. A causa del prepensionamento, i contributi alla cassa pensioni di 200’000 franchi vengono meno fino al pensionamento ordinario.
Le autorità fiscali riconoscono questo importo a titolo di indennità di natura previdenziale. Pertanto, viene applicata l'aliquota fiscale ridotta ai versamenti di capitale del secondo pilastro e del pilastro 3a.
I restanti 300’000 franchi sono classificati come reddito sostitutivo e vengono tassati come un normale reddito. Tuttavia, l'aliquota fiscale tiene conto del fatto che si tratta di un pagamento una tantum.
Se sulla sua indennità di uscita viene riscossa l’imposta ordinaria, può rivelarsi utile versare l'importo nella cassa pensioni – sempre che la sua lacuna previdenziale sia sufficientemente ampia. Potrà quindi dedurre l'importo del riscatto dal suo reddito nella dichiarazione d'imposta, ammortizzando così gli effetti fiscali dell'indennità di uscita. Deve però provvedere a versare l’importo prima che il rapporto di lavoro giunga a termine.
Di norma, non è consigliabile effettuare il versamento se la cassa pensioni è sottofinanziata. Se l'azienda dichiara fallimento, la cassa pensioni viene liquidata e gli averi di vecchiaia degli assicurati vengono ridotti in proporzione all'ammanco. Se il grado di copertura della cassa pensioni è pari al 95 percento, gli assicurati riceveranno solo il 95 percento dei loro averi.
Lo stesso vale se la cassa pensioni è oggetto di una liquidazione parziale, la quale si verifica solitamente quando il datore di lavoro licenzia almeno il 10 percento dell’organico. In caso di liquidazione (parziale), effettuare un riscatto può rivelarsi un buco nell’acqua.