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Coppia in fase di divorzio: cosa succede con la casa?

Chi si separa deve trovare una soluzione anche per l’abitazione di proprietà che condivide. Solitamente, la vendita sembra essere l'unica opzione. Tuttavia, esistono delle alternative. 

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Stefan Bestler
Perito immobiliare
Pubblicato in data
10 Ottobre 2024

Quando una coppia sposata divorzia, il patrimonio viene diviso tra i due coniugi. Nella maggior parte dei casi, gran parte del patrimonio è investito nella casa.  Un immobile però non è così facile da dividere come, ad esempio, il denaro sul conto in banca. Per le coppie in fase di separazione non è facile trovare una soluzione snella. Le opzioni dipendono dal regime dei beni e dalla forma di proprietà.

Scheda informativa

Divorzio: cosa succede con la casa in cui si vive assieme?

Questa scheda informativa illustra quali sono le opzioni in caso di divorzio per chi possiede una casa o un appartamento in comune.

Regime dei beni

La maggior parte delle coppie sposate vive in regime di partecipazione agli acquisti. In caso di divorzio, ciò che è stato guadagnato durante il matrimonio viene diviso in parti uguali – il che di solito comprende anche la casa. Se è uno dei due partner ad aver portato la proprietà abitativa nel matrimonio o ad ereditarla, essa resta nei suoi beni propri e non deve essere divisa. Con la separazione dei beni, i patrimoni non si mescolano e non vanno divisi.

Forma di proprietà

Con la proprietà esclusiva, solo uno dei due coniugi è titolare della proprietà immobiliare; tuttavia, l’altro coniuge può richiedere al tribunale un diritto di abitazione temporaneo. Oppure una coppia può aver optato per la comproprietà: in questo caso, i coniugi si dividono la proprietà dell’immobile. Entrambi i partner sono liberi di decidere la propria quota, ma il comproprietario ha il diritto di prelazione in caso di vendita. Terza forma è quella della proprietà comune: l’immobile appartiene per intero a entrambi i coniugi congiuntamente. Di norma la proprietà comune viene regolata con un contratto di società. 

Vendere o non vendere?

In genere uno dei due coniugi vuole rilevare la proprietà.  Con il regime di partecipazione agli acquisti, l’interessato deve liquidare l’ex coniuge. La questione relativa al valore della casa è spesso fonte di controversie. È auspicabile farlo stimare da un professionista.

Se per liquidare il partner i fondi non bastano, bisogna verificare delle alternative. È possibile, ad esempio, effettuare un prelievo anticipato degli averi previdenziali o un anticipo sull’eredità.

Spesso il reddito e il patrimonio non sono sufficienti per liquidare il partner e farsi carico dell’ipoteca da soli.  Si dovrebbe quindi verificare se entrambi gli ex coniugi vogliono rimanere proprietari e continuare a essere responsabili in solido per l’ipoteca. L’accordo di divorzio stabilisce come uno dei coniugi dovrà risarcire l’altro.

Oppure la coppia vende la proprietà. A seconda del regime dei beni e della forma di proprietà, ogni partner riceverà la propria parte, nella maggior parte dei casi la metà del ricavato della vendita. La coppia deve inoltre trovare una soluzione per l’ipoteca. Se gli acquirenti non la rilevano, va disdetta. Le ipoteche fisse di lunga durata sono soggette a un indennizzo per uscita anticipata in genere molto elevato.

Consiglio: se il divorzio è imminente, non è il caso di stipulare un’ipoteca a tasso fisso di lunga durata. Si resta senz’altro più flessibili con una Saron o un’ipoteca a tasso fisso di breve durata.

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